Il fantasy ed io,  Libri

La bocciatura italiana di Tolkien e non solo

In questo periodo, è emersa una lettera in cui Elio Vittorini, intellettuale italiano del dopo guerra e responsabile editoriale della Mondadori, bocciò la pubblicazione de Il signore degli anelli di Tolkien, ritardando di diversi anni l’arrivo di questo capolavoro nel nostro Paese.

Per molti, questa è l’ennesima prova di quanto una certa intellighenzia o presunta tale del nostro Paese considerasse e forse ancora consideri i generi dell’intrattenimento. Ciascuno di noi appassionati ha degli aneddoti da raccontare in tema, tra sguardi di commiserazione di coetanei, domande imbarazzanti sul curriculum, paletti in famiglia soprattutto se cerchiamo di far diventare queste noi passioni un lavoro.
Del resto, tutto il mondo è paese e le prese di posizione di un paio di attori di Harry Potter nel considerare la famosa saga roba da gente che non vuole crescere. Quanto mi spiace quanto sento gente così arida, e ha risposto bene questa attrice di Harry.

Per me il fantasy è una delle basi della mia vita, non è pura evasione, ma è un modo per creare, realizzarmi, sentirmi appagata e completa, conoscere nuove persone. E poi mi capitano queste soddisfazioni.

Onestamente, credo che sarebbe ora di piantarla di considerare i generi del fantastico robetta di scarso valore e continuare a ragionare sulla cultura vista come qualcosa di aulico e ultra impegnato. Anche perché così si allontanano le persone dai libri e non è propriamente una bella cosa, anzi. Non ne voglio fare una cosa politica, anche perché da vari allineamenti questo considerare fantasy e simili come robaccia è una cosa comune, però una visione seriosa e pallosa della vita è tipico di gente che non concepisce lo svago come fondamentale, anzi lo vede come un pericolo, e ha una visione totalitaria su tutto, anche sugli aspetti della vita privata e personale.
Fatti loro, ma questo non dà il diritto uno di disprezzare gli appassionati, due di giudicarli, tre di considerarli persone poco affidabili sul lavoro e nella vita. E il signor Vittorini faceva meglio a fare un altro lavoro, così come il responsabile editoriale inglese che bocciò J. K. Rowling…